mercoledì 24 marzo 2010
Nota sul PII area della stazione FFSS
- Consiglio Comunale 22 Marzo 2010 -
Lunedì 22 marzo il Consiglio comunale ha discusso, al punto 5 dell’ordine del giorno, il Piano integrato d’intervento sull’area della stazione ferroviaria, compresa tra le vie Galli e Locatelli. Bene.
Un’opera importante, attesa e auspicabile per riqualificare una zona centrale, il biglietto d’ingresso oggi per chi giunge in città col treno, domani ancor più attraverso l’interscambio tra i diversi mezzi di trasporto, anche solo una “finestra” sul paesaggio cittadino per quanti vi transitano e osservano, nella cornice tra i monti e l’Adda. Bene anche per l’iniziativa dei privati, in un momento non certo florido e con incertezze, e che legittimamente aspirano a realizzare i loro progetti. Certamente notevole l’impegno degli operatori e dei soggetti parte attiva per integrare e armonizzare diversi interventi e cercare di ottimizzare e (non meno importante, da parte dell’Amministrazione comunale) sfruttare al meglio l’occasione per ottenere vantaggi per la collettività, abbellire e arricchire di servizi la città, offrire alla cittadinanza un valore aggiunto. Tutto bene, d’accordo allora? Non proprio.
Il Gruppo consiliare di Uniti per Calolziocorte ha espresso voto contrario con unanime giudizio e motivazione pur con sfumature e sottolineature diverse. Non perché contrari all’intervento, ma per i vantaggi che secondo noi potevano essere migliori e inoltre per le modalità.
Prima di entrare nel merito, una breve premessa.
Il Piano, inizialmente diversi progetti di altrettanti proponenti, e l’idea di intervenire sull’area è concretamente in discussione da almeno quattro-cinque anni. Il PGT che avrebbe dovuto essere approvato entro il corrente mese di marzo, è stato rimandato per l’ennesima volta alla fine dell’estate (oppure si mira all’anno prossimo?), con l’incertezza però di poter approvare interventi fino alla conclusione del suo iter. Il PII in oggetto era stato visto nella Commissione Territorio del 2 febbraio scorso, ma non si prevedeva una conclusione così rapida, confidando nel tempo necessario per valutazioni più approfondite, magari con il coinvolgimento e la partecipazione della cittadinanza. Tenendo conto dell’imminente appuntamento elettorale, e a seguito del rinvio del PGT, non si poteva prevedere una convocazione del Consiglio comunale fino a giovedì 11 u.s. quando sono giunte le convocazioni prima della riunione della Commissione Territorio (per martedì 16) e poi della Conferenza dei capigruppo per il giorno successivo, venerdì 12, in vista del Consiglio comunale di lunedì 22 marzo.
Tra il giorno 11 e il 22 (con la Commissione il 16) quindi, il tempo per poter esprimere valutazioni, eventualmente controproposte, suggerimenti, una qualsiasi considerazione in merito è stato azzerato.
Equilibri estetico-paesaggistici, funzionali, necessari compromessi tra gli interessi pubblici e dei privati, valutare le reali condizioni di fattibilità. Nulla di tutto ciò ha visto coinvolte le minoranze in quella che a detta del Sindaco è “un’occasione che tutte le amministrazioni comunali vorrebbero avere durante il loro mandato”. Agone politico o scarsa sensibilità amministrativ
Nell’intervento in Consiglio comunale è stato sottolineato che siamo di fronte a un Piano integrato d’intervento interessante e importante, che si inserisce certamente in un contesto significativo per la Città. È giusto non rinviare la soluzione. Siamo a due passi dal centro, a ridosso della viabilità centrale e antistante la stazione ferroviaria; oltre questa vi sono insediamenti produttivi e l’area d’interscambio fra i diversi mezzi di trasporto e collegamento. Anche solo per i volumi è un intervento notevole.
Non giudichiamo il progetto in sé, e non si nega il diritto dei proponenti di realizzare il Piano. Certamente lasciare l’esistente com’è ora non è opportuno. Non si dà una bella immagine di Calolziocorte.
Personalmente siamo d’accordo a un intervento di riqualificazione, necessario per dare respiro alla zona, presentare una prospettiva migliore di Calolziocorte sia a chi arriva in città, sia al viaggiatore che transita; offrire servizi; migliorare la viabilità e la vivibilità.
Ma non possiamo essere d’accordo, e quindi approvare, il PII così come si presenta oggi. Infatti la valutazione di questo progetto va inserita in un contesto più ampio e generale, e questo dovrebbe essere il senso stesso del PGT. Nel caso all’ordine del giorno il PGT si rivela importante e utilmente determinante proprio perché si tratta di una zona significativa di Calolziocorte; se di riqualificazione si tratta non si può ritenere come sufficiente giustificazione l’inquadramento nella legge regionale 12.
Parlare di servizi (chiediamo da tempo a queste amministrazione la bozza del Piano dei Servizi da presentarsi unitamente al futuro PGT) , collegamenti e dimensionamento, anche estetico-paesaggistico, diventa così un contributo alla crescita e allo sviluppo della Città. Che vive e si sviluppa non solo partendo da una sua storia, da una realtà di ieri e di oggi, coi suoi abitanti e le sue attività, sociali e produttive, ma in particolar modo così può dire, ovvero delineare, il suo futuro, la sua prospettiva. Vogliamo essere ciò che scegliamo di essere, vogliamo costruire la Città come pensiamo debba essere, e come sarà.
Quindi questa è l’occasione, sarebbe stata l’occasione, di riqualificare la zona non già e solo dal punto di vista ambientale e estetico, ma approfittandone per migliorare la viabilità: rimane ad esempio irrisolto il nodo attorno all’ufficio postale, soprattutto per l’immissione da via Locatelli con svolta verso Lecco (alternativa per evitare l’incrocio: un kilometro e mezzo per spostarsi dalla stazione, scendere al sottopasso di via Galli-via dei Sassi percorrendo il lungolago De Gasperi e salire al semaforo di via Mazzini; per compiere tutto il giro e tornare alla stazione sono c.a 3 km). Non si coglie in progetto una possibile connessione armonizzata con l’area sottostante la linea ferroviaria, al di là del sottopasso pedonale; che appare sottodimensionato, non adeguato a quelle che potrebbero essere le nuove esigenze;
sotto uno degli stabili realizzandi passerà la nuova variante sotterranea della 639: ci è stato detto che la Provincia dovrà valutare il problema delle quote e che comunque ciò non riveste un grosso problema;
comunque non vi è uno studio complessivamente armonico, percorsi di collegamento;
lo spazio verde, sempre positivo anche dove previsto, sarebbe stato più fruibile collocato verso il centro; comunque l’ideale sarebbe stato antistante la stazione, per realizzare una vera piazza, una piazza a misura d’uomo e in una visione prospettica che andrebbe correttamente relazionata in rapporto con gli edifici che la delimitano (e l’asse centrale verso via Anna Frank, che è posta perpendicolarmente davanti);
il completamento del complesso dell’ex cinema Manzoni appare come un minimo recupero di servizi che anche un aumento dei residenti potrebbe richiedere, e certamente più che solo un ampio salone sarebbe auspicabile prevedere una struttura polifunzionale il più possibile flessibile;
o più servizi multifunzionali, oltre a uno studio delle esigenze della collettività dettate dalla vicinanza del centro cittadino e dell’area d’interscambio (quindi per notevole affluenza di persone) servizi che potrebbero già da soli connotare un effettivo e reale (fruibile) intervento di riqualificazione.
Inoltre l’intervento richiede un notevole investimento economico, e potrebbe essere troppo ottimistica la previsione di vendere o affittare tutte le unità abitative e commerciali, considerata la disponibilità delle famiglie e dei cittadini, di fronte alle maggiori difficoltà ad accedere – oggi - ai mutui bancari.
Sempre seguendo un ragionamento economico, poi, sorge il dubbio (o almeno la possibilità che ciò si verifichi) che il Comune, è vero, “capitalizza” a scomputo degli oneri la realizzazione dei marciapiedi, di vari servizi, del verde, della “piazza” della stazione (opere di urbanizzazione che vengono realizzate dai privati nell’ambito dell’accordo in convenzione) e dell’ex cinema Manzoni (che comprende comunque 400.000 euro di finanziamento pubblico) ma è altrettanto vero che le opere previste e con determinato valore potrebbero essere eseguite con minore spesa rispetto a quanto sia il valore (effettivo) e l’entità concordata (comunque regolarmente rispettata secondo accordi). E questo perché anche il privato, procedendo secondo legge con gara d’appalto, con l’eventuale ribasso della base d’asta potrebbe spendere meno rispetto alla previsione introitando la differenza. Tutto regolare, senza dubbio, ma il risparmio non potrebbe essere a vantaggio del Comune ?
Ciò non toglie che per un intervento di tal misura anche il privato deve poter “contare” (a seconda delle accezioni del termine).
Sarebbe stato opportuno, sin d’ora e non a posteriori, intensificare le sinergie con RFI inquadrando meglio il PII con l’attuale opera di interscambio così da non dover adattare malamente a quest’ultimo le unità residenziali e quelle commerciali.
Infine, ed è ciò che rammarica, questa era secondo noi la vera occasione per perseguire un progetto più ambizioso, forse più oneroso e faticoso da realizzare, ma con uno studio urbanistico più utile e significativo nel e per il contesto di Calolziocorte, per dare nuovi e (soprattutto) migliori servizi dotando la stazione di una vera piazza, in connessione urbanistica col centro e le zone circostanti.
Un’opera importante, attesa e auspicabile per riqualificare una zona centrale, il biglietto d’ingresso oggi per chi giunge in città col treno, domani ancor più attraverso l’interscambio tra i diversi mezzi di trasporto, anche solo una “finestra” sul paesaggio cittadino per quanti vi transitano e osservano, nella cornice tra i monti e l’Adda. Bene anche per l’iniziativa dei privati, in un momento non certo florido e con incertezze, e che legittimamente aspirano a realizzare i loro progetti. Certamente notevole l’impegno degli operatori e dei soggetti parte attiva per integrare e armonizzare diversi interventi e cercare di ottimizzare e (non meno importante, da parte dell’Amministrazione comunale) sfruttare al meglio l’occasione per ottenere vantaggi per la collettività, abbellire e arricchire di servizi la città, offrire alla cittadinanza un valore aggiunto. Tutto bene, d’accordo allora? Non proprio.
Il Gruppo consiliare di Uniti per Calolziocorte ha espresso voto contrario con unanime giudizio e motivazione pur con sfumature e sottolineature diverse. Non perché contrari all’intervento, ma per i vantaggi che secondo noi potevano essere migliori e inoltre per le modalità.
Prima di entrare nel merito, una breve premessa.
Il Piano, inizialmente diversi progetti di altrettanti proponenti, e l’idea di intervenire sull’area è concretamente in discussione da almeno quattro-cinque anni. Il PGT che avrebbe dovuto essere approvato entro il corrente mese di marzo, è stato rimandato per l’ennesima volta alla fine dell’estate (oppure si mira all’anno prossimo?), con l’incertezza però di poter approvare interventi fino alla conclusione del suo iter. Il PII in oggetto era stato visto nella Commissione Territorio del 2 febbraio scorso, ma non si prevedeva una conclusione così rapida, confidando nel tempo necessario per valutazioni più approfondite, magari con il coinvolgimento e la partecipazione della cittadinanza. Tenendo conto dell’imminente appuntamento elettorale, e a seguito del rinvio del PGT, non si poteva prevedere una convocazione del Consiglio comunale fino a giovedì 11 u.s. quando sono giunte le convocazioni prima della riunione della Commissione Territorio (per martedì 16) e poi della Conferenza dei capigruppo per il giorno successivo, venerdì 12, in vista del Consiglio comunale di lunedì 22 marzo.
Tra il giorno 11 e il 22 (con la Commissione il 16) quindi, il tempo per poter esprimere valutazioni, eventualmente controproposte, suggerimenti, una qualsiasi considerazione in merito è stato azzerato.
Equilibri estetico-paesaggistici, funzionali, necessari compromessi tra gli interessi pubblici e dei privati, valutare le reali condizioni di fattibilità. Nulla di tutto ciò ha visto coinvolte le minoranze in quella che a detta del Sindaco è “un’occasione che tutte le amministrazioni comunali vorrebbero avere durante il loro mandato”. Agone politico o scarsa sensibilità amministrativ
Nell’intervento in Consiglio comunale è stato sottolineato che siamo di fronte a un Piano integrato d’intervento interessante e importante, che si inserisce certamente in un contesto significativo per la Città. È giusto non rinviare la soluzione. Siamo a due passi dal centro, a ridosso della viabilità centrale e antistante la stazione ferroviaria; oltre questa vi sono insediamenti produttivi e l’area d’interscambio fra i diversi mezzi di trasporto e collegamento. Anche solo per i volumi è un intervento notevole.
Non giudichiamo il progetto in sé, e non si nega il diritto dei proponenti di realizzare il Piano. Certamente lasciare l’esistente com’è ora non è opportuno. Non si dà una bella immagine di Calolziocorte.
Personalmente siamo d’accordo a un intervento di riqualificazione, necessario per dare respiro alla zona, presentare una prospettiva migliore di Calolziocorte sia a chi arriva in città, sia al viaggiatore che transita; offrire servizi; migliorare la viabilità e la vivibilità.
Ma non possiamo essere d’accordo, e quindi approvare, il PII così come si presenta oggi. Infatti la valutazione di questo progetto va inserita in un contesto più ampio e generale, e questo dovrebbe essere il senso stesso del PGT. Nel caso all’ordine del giorno il PGT si rivela importante e utilmente determinante proprio perché si tratta di una zona significativa di Calolziocorte; se di riqualificazione si tratta non si può ritenere come sufficiente giustificazione l’inquadramento nella legge regionale 12.
Parlare di servizi (chiediamo da tempo a queste amministrazione la bozza del Piano dei Servizi da presentarsi unitamente al futuro PGT) , collegamenti e dimensionamento, anche estetico-paesaggistico, diventa così un contributo alla crescita e allo sviluppo della Città. Che vive e si sviluppa non solo partendo da una sua storia, da una realtà di ieri e di oggi, coi suoi abitanti e le sue attività, sociali e produttive, ma in particolar modo così può dire, ovvero delineare, il suo futuro, la sua prospettiva. Vogliamo essere ciò che scegliamo di essere, vogliamo costruire la Città come pensiamo debba essere, e come sarà.
Quindi questa è l’occasione, sarebbe stata l’occasione, di riqualificare la zona non già e solo dal punto di vista ambientale e estetico, ma approfittandone per migliorare la viabilità: rimane ad esempio irrisolto il nodo attorno all’ufficio postale, soprattutto per l’immissione da via Locatelli con svolta verso Lecco (alternativa per evitare l’incrocio: un kilometro e mezzo per spostarsi dalla stazione, scendere al sottopasso di via Galli-via dei Sassi percorrendo il lungolago De Gasperi e salire al semaforo di via Mazzini; per compiere tutto il giro e tornare alla stazione sono c.a 3 km). Non si coglie in progetto una possibile connessione armonizzata con l’area sottostante la linea ferroviaria, al di là del sottopasso pedonale; che appare sottodimensionato, non adeguato a quelle che potrebbero essere le nuove esigenze;
sotto uno degli stabili realizzandi passerà la nuova variante sotterranea della 639: ci è stato detto che la Provincia dovrà valutare il problema delle quote e che comunque ciò non riveste un grosso problema;
comunque non vi è uno studio complessivamente armonico, percorsi di collegamento;
lo spazio verde, sempre positivo anche dove previsto, sarebbe stato più fruibile collocato verso il centro; comunque l’ideale sarebbe stato antistante la stazione, per realizzare una vera piazza, una piazza a misura d’uomo e in una visione prospettica che andrebbe correttamente relazionata in rapporto con gli edifici che la delimitano (e l’asse centrale verso via Anna Frank, che è posta perpendicolarmente davanti);
il completamento del complesso dell’ex cinema Manzoni appare come un minimo recupero di servizi che anche un aumento dei residenti potrebbe richiedere, e certamente più che solo un ampio salone sarebbe auspicabile prevedere una struttura polifunzionale il più possibile flessibile;
o più servizi multifunzionali, oltre a uno studio delle esigenze della collettività dettate dalla vicinanza del centro cittadino e dell’area d’interscambio (quindi per notevole affluenza di persone) servizi che potrebbero già da soli connotare un effettivo e reale (fruibile) intervento di riqualificazione.
Inoltre l’intervento richiede un notevole investimento economico, e potrebbe essere troppo ottimistica la previsione di vendere o affittare tutte le unità abitative e commerciali, considerata la disponibilità delle famiglie e dei cittadini, di fronte alle maggiori difficoltà ad accedere – oggi - ai mutui bancari.
Sempre seguendo un ragionamento economico, poi, sorge il dubbio (o almeno la possibilità che ciò si verifichi) che il Comune, è vero, “capitalizza” a scomputo degli oneri la realizzazione dei marciapiedi, di vari servizi, del verde, della “piazza” della stazione (opere di urbanizzazione che vengono realizzate dai privati nell’ambito dell’accordo in convenzione) e dell’ex cinema Manzoni (che comprende comunque 400.000 euro di finanziamento pubblico) ma è altrettanto vero che le opere previste e con determinato valore potrebbero essere eseguite con minore spesa rispetto a quanto sia il valore (effettivo) e l’entità concordata (comunque regolarmente rispettata secondo accordi). E questo perché anche il privato, procedendo secondo legge con gara d’appalto, con l’eventuale ribasso della base d’asta potrebbe spendere meno rispetto alla previsione introitando la differenza. Tutto regolare, senza dubbio, ma il risparmio non potrebbe essere a vantaggio del Comune ?
Ciò non toglie che per un intervento di tal misura anche il privato deve poter “contare” (a seconda delle accezioni del termine).
Sarebbe stato opportuno, sin d’ora e non a posteriori, intensificare le sinergie con RFI inquadrando meglio il PII con l’attuale opera di interscambio così da non dover adattare malamente a quest’ultimo le unità residenziali e quelle commerciali.
Infine, ed è ciò che rammarica, questa era secondo noi la vera occasione per perseguire un progetto più ambizioso, forse più oneroso e faticoso da realizzare, ma con uno studio urbanistico più utile e significativo nel e per il contesto di Calolziocorte, per dare nuovi e (soprattutto) migliori servizi dotando la stazione di una vera piazza, in connessione urbanistica col centro e le zone circostanti.
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